Collezioni a tempo
Le collezioni, come le mode, sono legate a periodi ben precisi. Grosso modo, le collezioni sono direttamente legate alle generazioni di riferimemto: i boomer collezionano hanno passioni che non sono quelle della gemerazione Z o dei millennials. E andando indietro nel tempo, si scopre che chi è vissito negli anni Trenta collezionava altre cose ancora. Un discorso banale, ma non troppo. Si potrebbe fare un’infografica con i vari tipi di collezioni, suddivisi per anni e per aree geografiche. E probabilmente ci si renderebbe conto che spesso queste collezioni scompaiono, perché perdono di interesse agli occhi di chi è arrivato dopo.
A rischio sparizione
Il fatto che sussistano solo in virtù della generazione di riferimento è un problema per le collezioni. Le raccolte di Big Jim o di modellini Airfix significano qualcosa per i boomer, che fanno loro anche dei valori di mercato. Per i nostri nonni le collezioni erano le figurine Liebig e i vetri d’artista. Cinquant’anni fa quelle cose venivano raccolte dall’80% dei collezionisti. Oggi la percentuale è probabilmente scesa. E’ tutto un contesto che ha senso e funziona finché ci sono i referenti giusti. Ma poi? Al cambio della generazione sussisterà ancora lo stesso interesse, oppure tante cose apprezzate per anni rischieranno di essere ignorate? Quali sono le collezioni che reggono anche quando cambiano le generazioni? Probabilmente le collezioni più importanti e autorevoli. Un Picasso è per sempre, un plastico Atlantic forse meno. Tutto questo pone alcuni problemi: innanzitutto vale la pena investire su oggetti da collezione legati a una determinata generazione? Anni dopo, quando i referenti primi non ci saranno più, ci sarà lo stesso interesse? Per fare un esempio, quante generazioni possono essere interessate ai fumetti di Cino e Franco, ma anche ai supereroi?
Ragionare in prospettiva
Sarebbe utile allora fare dei ragionamenti in prospettiva, guardando avanti ma anche indietro. Si potrebbero fare delle proiezioni temporali per capire quanto una collezione può mantenere il proprio livello di hype o almeno di interesse, prima di affievolirsi e poi spegnersi. Sono analisi che andrebbero fatte tanto per il futuro, quanto per il passato, per imparare da quello che è stato. In ogni caso, poi, sarebbe opportuno cercare di salvaguardare il patrimonio di cultura materiale rappresentato dalle colleioni, magari adottando criteri più capillari rispetto a quelli dei musei, che puntano spesso sull’unicità di un oggetto rappresentativo piuttosto che sull’organicità della collezione nel suo insieme.